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La visita d’idoneità medico-sportiva non è una formalità

Fonte AUSLL Veneto

Il certificato medico che attesta l’idoneità alla pratica sportiva agonistica/non agonistica o ludico-motoria di qualsiasi soggetto sia adolescente, adulto o anziano, spesso viene considerato un atto puramente formale e burocratico e vissuto a volte dall’utente con senso di fastidio e  come una perdita di tempo.

Al contrario, la visita di idoneità allo sport è di tipo  preventivo ed è obbligatoria anche se si sceglie di praticare un’attività “leggera”, senza grande impegno, perché l’organismo  viene sottoposto a uno sforzo da affrontare comunque in buona salute. La visita medico-sportiva, che ovviamente precede la stesura della certificazione, deve essere considerata un chek-up salva vita per il ruolo di prevenzione e tutela sanitaria delle attività sportive che svolge non solo per chi intende ottenere l’idoneità allo sport, ma anche per tutti quelli che desiderano iniziare in sicurezza una qualsiasi attività motoria.

A tal proposito, vogliamo ricordare ai genitori e ai dirigenti responsabili delle società sportive che il sistema sanitario nazionale ha rinunciato da tempo alla figura del medico scolastico ed alla visita di leva obbligatoria per legge che operavano già i primi screening degli adolescenti, dei ragazzi e dei giovani italiani.
L’occasione, quindi, fornita da un monitoraggio annuale medico-sportivo rappresenta un importante momento di screening sanitario ed  è fondamentale perché in grado di accertare il buon funzionamento dei vari apparati (in particolare l’apparato cardiovascolare), di  formulare un sospetto o di identificare con una diagnosi precoce la presenza di malattie silenti  che, non tollerando sforzi intensi,  potrebbero sfociare in patologie invalidanti o anche in un evento mortale.

L’effettuazione della visita con cadenza annuale trova logica e scientifica motivazione nel fatto che una qualsiasi noxa patogena, sopravvenuta anche a distanza di breve tempo dal rilascio del certificato, (come, ad esempio, un banale processo influenzale), può instaurare malattie che, se vanno ad interessare l’apparato cardiovascolare, possono sfociare in pericolose cardiopatie. L’individuazione di una patologia permette di iniziare subito  le cure più opportune ed efficaci e di seguirne nel tempo il decorso e l’evoluzione.

Con questo sistema di screening, possiamo affermare che, quando si individua in uno sportivo una patologia misconosciuta come, ad esempio, una cardiopatia silente e non ancora diagnosticata, si è in grado di prevenire e curare la patologia stessa.